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Senato, improponibile l’emendamento sui medici in pensione a 72 anni

Professione Redazione DottNet | 03/02/2023 11:47

Di Silverio (Anaao): "Sono state alla fine accolte le nostre perplessità sul mantenimento dei medici in servizio fino a 72 anni"

Ancora una fumata nera per la prosecuzione del lavoro del personale medico fino a 72 anni. L'emendamento 4.138 al decreto milleproroghe presentato Antonio De Poli (Cd’I-NM) è stato dichiarato  improponibile durante i lavori delle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio del Senato. La proposta di modifica, che aveva suscitato diverse critiche, disponeva che a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2026, il limite di età per il collocamento di ufficio a riposo fosse elevato su base volontaria alla data del settantaduesimo anno di età per il personale medico, dipendente o convenzionato, del Servizio sanitario nazionale. Tale facoltà veniva estesa anche al personale medico in servizio presso strutture private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, e ai docenti universitari di medicina e chirurgia. Dopo un primo passaggio andato a vuoto durante l'esame della legge di Bilancio, a meno di ulteriori sorprese nei prossimi giorni, sembra che il tentativo di elevare l'età pensionabile dei medici sia destinato a fallire anche questa volta.

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L’Anaao Assomed accoglie con favore la decisione delle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio del Senato di dichiarare "improponibile" l’emendamento che voleva elevare a 72 anni l’età pensionabile dei medici. "Sono state alla fine accolte le nostre perplessità sul mantenimento dei medici in servizio fino a 72 anni", commenta Pierino Di Silverio (nella foto), Segretario Nazionale Anaao Assomed. "Misura che sarebbe stata utile solo a foraggiare sistemi lobbistici e avrebbe continuato ad allontanare i dirigenti medici e sanitari dagli ospedali bloccando carriere già poco sfruttate". "Ora spetta al contratto migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi e spetta al Governo stanziare risorse aggiuntive extracontrattuali per salvare un sistema in crisi, ma che è ancora vivo".

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